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What If…?: recensione del terzo episodio.

Immagine del redattore: RickRick

INTRODUZIONE

Benvenuti in questa nuova recensione del terzo episodio di What If…?

E se…? Quante volte lo abbiamo detto o pensato nella vita? Quante volte ci siamo interrogati sul cammino che avrebbe preso la nostra vita se avessimo fatto una scelta diversa in un momento fondamentale della nostra esistenza?

Nick Fury e Clint Barton

RECENSIONE

All’inizio l’episodio sembra far riflettere su cosa sarebbe successo se la maggior parte degli Avengers fossero stati uccisi prima della battaglia di New York, però poi scopriamo che il vero ” What If…?” in questo caso è, cosa sarebbe successo se Hope van Dyne fosse entrata nello S.H.I.E.L.D. e fosse morta in servizio. Bene, tenendo ben presente questo dettaglio andiamo a scavare in profondità nella terza puntata di What If…? E se… il mondo perdesse i suoi eroi più forti?

Gli eventi di questo episodio accadono quasi in contemporanea con gli eventi dei film Iron Man 2, L’incredibile Hulk e Thor dell’universo primario del Marvel Cinematic Universe. Insomma, un bel daffare per il direttore Fury, costretto a tenere sotto controllo situazioni parecchio problematiche e ad accelerare i suoi piani di reclutamento. Ma in questo universo qualcosa va storto e, progressivamente, tutti gli eroi da lui selezionati vengono sopraffatti e uccisi: gli Avengers muoiono ancor prima di essere sorti.

Attraverso gli occhi di Fury e della Vedova Nera, arriviamo dunque a dipanare la matassa e a venire a capo del mistero: il terribile assassino non è altri che Hank Pym , determinato a distruggere le speranze del direttore dello S.H.I.E.L.D. dopo la perdita della figlia Hope van Dyne, morta durante una missione per conto dell’organizzazione. È questa dunque la variante che ha portato agli eventi di questo universo.

Una rivelazione che sbalordisce, ma che permette di risalire al peculiare modus operandi degli omicidi, soluzioni suggerite dai fan in tempi non sospetti e viste anche in alcune testate fumettistiche. Vediamo quindi le disastrose derive profetizzate dallo stesso Pym nel primo film di Ant-man riguardo al potere della tuta del Calabrone se in mani sbagliate.

LATO TECNICO

Il comparto tecnico del terzo episodio di What If è come sempre ben fatto: il character design dei personaggi è più calzante che mai e riesce ancora una volta a restituire con credibilità le apparenze degli attori visti nei prodotti live action. Purtroppo come negli episodi precedenti però non tutti gli attori originali si sono prestati a doppiare le loro controparti animate, problema del tutto superato con la resa italiana, che può infatti confermare tutte le voci che abbiamo imparato ad amare negli anni.

Un buon episodio (anche se non all’altezza del secondo) che spinge lo spettatore a porsi continue domande e a teorizzare in cerca di un colpevole. Una puntata che spinge a rimanere col fiato sospeso per tutta la narrazione.

PUNTI DI FORZA

  1. Comparto tecnico/visivo

  2. Trama

  3. Entrate in scena di Captain Marvel

LATI NEGATIVI

  1. Velocità della narrazione eccessiva

  2. Dialoghi non all’altezza, alcune volte bambineschi

VOTO 7

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